
Contratto di lavoro: i 5 errori cruciali che possono costarti caro (e come evitarli secondo la legge)
Una guida completa e aggiornata per non cadere in trappola durante la firma del contratto di lavoro. Scopri i 5 errori più comuni, analizzati alla luce delle ultime normative italiane, con riferimenti al Codice Civile e alla giurisprudenza più recente. Consigli pratici e strategie di tutela per ogni lavoratore.
LAW & BUSINESS
Pietro Caruso
1/13/2025
5 errori da evitare nei contratti di lavoro
La firma di un contratto di lavoro è un momento cruciale nella vita professionale di ogni persona. Come stabilito dall'art. 2094 del Codice Civile, il contratto di lavoro subordinato è quello mediante il quale il lavoratore si obbliga a collaborare nell'impresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell'imprenditore. Tuttavia, nella fretta o nell'entusiasmo di iniziare un nuovo impiego, è facile commettere errori che potrebbero avere conseguenze significative in futuro. Ecco i cinque errori più comuni da evitare assolutamente quando si firma un contratto di lavoro.
1. Non leggere attentamente tutte le clausole
Uno degli errori più frequenti è quello di firmare il contratto senza averlo letto attentamente in ogni sua parte. Secondo l'art. 1341 del Codice Civile, le condizioni generali del contratto devono essere specificamente approvate per iscritto quando sono a svantaggio della parte aderente. Molti si limitano a controllare stipendio e orario di lavoro, tralasciando clausole importanti come periodo di prova (regolato dall'art. 2096 c.c.), ferie (disciplinate dall'art. 36 della Costituzione e dal D.Lgs. 66/2003), benefit, e condizioni di cessazione del rapporto. È fondamentale dedicare il tempo necessario alla lettura completa del documento, evidenziando eventuali punti poco chiari da discutere con il datore di lavoro.
2. Accettare clausole di non concorrenza troppo restrittive
Le clausole di non concorrenza, regolate dall'art. 2125 del Codice Civile, sono sempre più comuni nei contratti di lavoro. La norma stabilisce che tale patto deve essere redatto in forma scritta, prevedere un corrispettivo specifico e non può durare più di 5 anni per i dirigenti e 3 anni per gli altri lavoratori. È importante valutarne attentamente i termini: una clausola troppo restrittiva potrebbe limitare significativamente le opportunità professionali future. La Corte di Cassazione, con sentenza n. 7835/2006, ha stabilito che il patto deve prevedere limiti di oggetto, di tempo e di luogo e un compenso congruo, pena la nullità dell'accordo.
3. Trascurare la definizione delle mansioni
Un errore sottovalutato è quello di accettare una descrizione vaga o troppo generica delle mansioni lavorative. L'art. 2103 del Codice Civile, modificato dal Jobs Act (D.Lgs. 81/2015), regola l'assegnazione delle mansioni e stabilisce che il lavoratore deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti all'inquadramento superiore successivamente acquisito. Una definizione poco chiara può portare a richieste di svolgimento di compiti non previsti inizialmente o a difficoltà nel valutare eventuali demansionamenti, che sono vietati salvo specifiche eccezioni previste dalla legge.
4. Ignorare le politiche su straordinari e flessibilità
Molti lavoratori non prestano sufficiente attenzione alle clausole relative a straordinari, flessibilità oraria e smart working. Il D.Lgs. 66/2003 stabilisce che l'orario normale di lavoro è fissato in 40 ore settimanali, mentre il lavoro straordinario deve essere disciplinato dai contratti collettivi. La Legge 81/2017 ha introdotto una specifica regolamentazione per il lavoro agile (smart working), che deve essere oggetto di accordo scritto tra le parti. È fondamentale comprendere come verranno gestite e retribuite le ore di lavoro extra, quali sono le politiche aziendali sulla flessibilità oraria e quali sono le condizioni per il lavoro da remoto.
5. Non conservare una copia firmata del contratto
Può sembrare banale, ma capita spesso che il lavoratore non richieda o non conservi una copia firmata del proprio contratto di lavoro. Secondo l'art. 4-bis del D.Lgs. 181/2000, il datore di lavoro è tenuto a consegnare al lavoratore una copia della comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro entro 5 giorni dalla data di inizio. Inoltre, il D.Lgs. 152/1997, modificato dal D.Lgs. 104/2022, impone al datore di lavoro di fornire al lavoratore tutte le informazioni relative al rapporto di lavoro in forma scritta. Questo documento è fondamentale per tutelare i propri diritti e verificare le condizioni concordate in caso di future controversie.
Conclusioni
La firma di un contratto di lavoro è un momento che richiede attenzione e consapevolezza. Il quadro normativo italiano offre numerose tutele al lavoratore, ma è fondamentale conoscerle e farle valere nel momento opportuno. Prima di procedere alla firma, è consigliabile prendersi il tempo necessario per una lettura approfondita e, se necessario, consultare un esperto del settore per chiarire eventuali dubbi. Come stabilito dall'art. 2113 del Codice Civile, le rinunce e transazioni sui diritti derivanti da norme inderogabili possono essere impugnate entro 6 mesi, ma è sempre meglio prevenire eventuali problemi attraverso un'attenta valutazione iniziale del contratto.
Iscriviti alla mia newsletter
Contenuti esclusivi gratuiti solo per gli iscritti.